Come gestire la mancanza dei genitori all’Asilo
Quando il neonato sente l’ansia da separazione dai genitori: consigli utili per gestire al meglio l’inserimento all’Asilo Nido.
Per i bambini, stare lontani dai genitori è la situazione più complessa e stressante che possano vivere, soprattutto tra i 14 e i 18 mesi di età.
Paradossalmente, è più semplice che i bambini non soffrano il distacco dai genitori fino ai primi 12 mesi di vita perché non riescono a notare e a rendersi conto di brevi momenti di mancanza dei loro riferimenti abituali.
Con l’avanzare dello sviluppo, anche i bambini che hanno sempre accettato la separazione dai genitori potrebbero invece iniziare a soffrirne la loro mancanza.
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Verso gli 8-10 mesi, i piccoli si rendono conto che i genitori sono individui a sé, dai quali potenzialmente possono essere separati. Allo stesso tempo, lo spirito di sopravvivenza ricorda loro che sono dipendenti dagli adulti che li curano e li accudiscono.
Una consapevolezza, questa, che può generare la cosiddetta ansia da separazione, non solo dai genitori, ma anche dai nonni, dalle babysitter e dalle persone con cui passano più tempo.
Come gestire l’ansia da separazione nei neonati
Tutti i bambini sperimentano la mancanza dei genitori e la tristezza che deriva dalla loro assenza. Ma entro i 2 anni questa spiacevole sensazione dovrebbe diminuire gradualmente fino a scomparire.
Ecco quindi 3 consigli per aiutare i genitori a gestire la separazione prima e durante l’inserimento all’Asilo Nido:
1. abitua il bambino a un distacco graduale affidandolo ad altre persone fidate, per brevi momenti, fin dai primi mesi di vita
2. saluta il bambino quando ti sposti momentaneamente dal suo campo visivo per fargli capire che tra poco dovrai uscire dalla stanza, dalla casa, dall’asilo…
3. evita distacchi troppo lunghi durante i primi momenti di assenza, abitua il bambino a non vederti per pochi secondi e torna nel suo campo visivo subito dopo
Se l’ansia da separazione non diminuisce, nel corso degli anni potrebbe diventare un vero e proprio disturbo e arrivare a influenzare l’intera quotidianità del bambino. È fondamentale a quel punto coinvolgere un professionista e non trascurare né sottovalutare l’importanza delle emozioni provate dal piccolo.