Come comportarsi con i bambini che rifiutano il cibo
Quali possono essere le ragioni per cui un bambino rifiuta il cibo? E come bisogna comportarsi per trovare una soluzione al problema?
L’alimentazione dei bambini è una questione molto delicata che genera non poche domande e preoccupazioni, soprattutto tra i genitori, ma anche tra gli educatori e gli Assistenti all’Infanzia. Non è infrequente incontrare bambini che non ne vogliono sapere di essere svezzati, che giocano con il cibo fino a farlo diventare immangiabile, che sputano ogni boccone, che si abbuffano per poi stare male o che, al contrario, rifiutano completamente ogni assaggio.
Mentre gli altri casi sono normali e frequenti, quest’ultimo richiede un po’ più di attenzione sia a casa sia all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia. La prima cosa da fare quando un bambino rifiuta il cibo è accertarsi che non abbia problemi di salute che gli impediscano o che gli «suggeriscano» di non mangiare, come ad esempio la celiachia o difficoltà nella masticazione e nella deglutizione. Questa verifica può essere effettuata solo da un pediatra o da un medico specialista.
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Quando il bambino rifiuta il cibo, può andare incontro a reflusso gastrico, stipsi, dimagrimento, debolezza, apatia. Per questo, è molto importante non sottovalutare il problema e affrontarlo insieme al proprio pediatra fin delle prime manifestazioni.
I motivi: perché i bambini rifiutano il cibo?
Escluse le problematiche di salute, le ragioni che possono portare un bambino a rifiutare ripetutamente il cibo possono essere davvero infinite. Ad esempio:
1. i capricci funzionali
il bambino ha capito che rifiutando ciò che trova a tavola sarà accontentato appena chiederà quello che desidera mangiare più di tutto il resto: merendine, cioccolato, gelato, caramelle, eccetera;
2. il bisogno di attenzioni
dal rifiuto del cibo derivano molte attenzioni di parte dei grandi. In questo caso, la manifestazione è la conseguenza diretta di altri problemi: il bambino può sentire la mancanza di genitori molto occupati, può sentirsi messo in secondo piano da un fratellino oppure può semplicemente desiderare di essere spesso sotto i riflettori;
3. sfidiamo i grandi
creare confusione e sfidare i genitori, gli educatori, o qualsiasi figura che possa rappresentare l’autorità porta i bambini ad affermarsi sempre di più come i veri «padroni di casa». Le cause di questo comportamento derivano dall’educazione famigliare oppure, se gestire il piccolo risulta difficile anche in molte altre situazioni, è possibile ipotizzare anche un disturbo oppositivo-provocatorio molto precoce;
4. troppi spuntini
mangiare spesso, anche piccoli spuntini, magari poco prima di andare a tavola, può togliere completamente l’appetito ad alcuni bambini. In questo caso, basta controllare le dosi degli sgarri fuori-pasto e aiutarsi scrivendoli in un quadernetto.
Un’altra ipotesi da non scartare: un bambino può rifiutare il cibo perché, semplicemente, non ne gradisce il gusto. Cambiare ricette può aiutare, con pazienza, a risolvere le titubanze iniziali.
COME COMPORTARSI CON I BAMBINI CHE RIFIUTANO IL CIBO:
CONSIGLI PRATICI PER LE FAMIGLIE
Solo dopo aver trovato o ipotizzato una o più cause del rifiuto del cibo si può pensare alle strategie da mettere in atto per risolvere o correggere il comportamento del bambino.
Può aiutare, ad esempio:
• mangiare insieme e non lasciare il bambino solo al momento del pasto;
• pranzare a tavola con la famiglia, senza la TV accesa;
• incoraggiare il bambino a mangiare in autonomia;
• coinvolgere per quanto possibile il piccolo nella scelta del menu;
• non forzare il bambino e lasciarlo libero di scegliere che cosa scartare;
• coinvolgere un’altra persona che segui il bambino durante i pasti;
• usare gli ingredienti preferiti dal bambino all’interno delle ricette.
Ricordiamoci sempre che i bambini, anche se molto piccoli, possono capire molto di più di quanto noi adulti immaginiamo. Parlare dei loro «problemi alimentari» mentre sono presenti non li aiuta a risolverli, ma ad accentuare le difficoltà e a fargli prendere consapevolezza del potere che hanno sui grandi.