Affrontare l’autismo a scuola
Strategie per capire e lavorare in modo efficace insieme ai bambini con autismo a scuola.
«L’Autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri […]» Definizione tratta da «Linee guida per l’autismo. Raccomandazioni tecniche-operative per i servizi di neuropsichiatria dell’età evolutiva» della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
I 9 sintomi dell’Autismo
Generalmente, i bambini con Autismo si riconoscono perché:
1. non parlano e, se parlano, usano pochissime parole;
2. non riescono a relazionarsi con gli altri;
3. sono ipersensibili ai rumori e al contatto fisico;
4. evitano il contatto oculare anche con le persone intime;
5. possono sembrare iperattivi o estremamente passivi;
6. non riescono ad accettare cambiamenti anche minimi nelle loro abitudini;
7. usano giochi e strumenti in modo non convenzionale;
8. difficilmente riescono a capire e a manifestare emozioni;
9. provano un attaccamento molto forte verso alcuni oggetti.
La strategia per comunicare
Abbiamo detto che la difficoltà principale dei bambini con Autismo riguarda le abilità sociali e comunicative. A maggior ragione, a scuola non è possibile imporre ai bambini che presentano i sintomi dell’Autismo le stesse modalità comunicative che si adottano per tutti gli altri. Diventa fondamentale trovare e provare strategie alternative per entrare in contatto con loro in modo diverso, più concreto e creativo.
Non significa, però, che alcune difficoltà non possano essere limate. Ad esempio, per comunicare in aula è necessario incoraggiare il più possibile i bambini a stabilire e a mantenere un contatto oculare con l’insegnante, anche se non amano farlo.
L’uso delle metafore, invece, può causare fraintendimenti. Una frase come «Roberto ha la testa tra le nuvole», un bambino con Autismo la interpreterà sempre in modo letterale, cioè capendo che Roberto ha veramente messo in qualche modo la sua testa tra le nuvole, non che è distratto dai suoi pensieri. Parlare in modo chiaro e semplice, usando immagini e filmati, è l’ideale per sviluppare la comunicazione non verbale dei bambini con questa Sindrome.
La strategia per socializzare
La vita sociale non è semplice per nessuno, ma i bambini con Autismo hanno bisogno di imparare ad eseguire ogni interazione nel dettaglio, spesso senza l’aiuto della spontaneità che caratterizza i loro coetanei.
Quindi, gli unici strumenti a disposizione sono la pratica e la pazienza quando si parla di affrontare l’Autismo a scuola sotto il punto di vista dell’interazione sociale. Dal primo giorno bisognerà quindi insegnare loro a salutare i compagni nel momento in cui si incontrano o entrano in aula, ad attirare l’attenzione di qualcuno quando hanno bisogno di andare in bagno o di aiuto, a condividere le proprie cose con i compagni e a giocare insieme agli altri.
La strategia comportamentale
Gli approcci comportamentali, nell’ambito dell’Autismo, sono davvero moltissimi. Accenniamo per ora in modo molto superficiale al metodo ABA, che prende in considerazione la storia dei bambini analizzando il comportamento attuale, le risposte agli stimoli e il contesto in cui si verificano alcuni comportamenti cercando di modificare le reazioni nel tempo.
L’approccio TEACCH, invece, parte dalla valutazione dei punti di forza e di debolezza di ogni bambino e prevede attività precise da svolgere in un ambiente organizzato ad hoc attraverso ausili visivi specifici e la collaborazione della famiglia.
La strategia per imparare
L’apprendimento è una questione molto complessa perché non può basarsi su regole universali, ma sulla conoscenza reciproca tra bambino e insegnante. Trovare il metodo giusto per trasmettere competenze ai ragazzi con Autismo richiede necessariamente più tempo, tuttavia questo tempo prezioso darà loro strumenti importantissimi per proseguire gli studi.
Le attività didattiche rivolte ai bambini con Autismo devono focalizzarsi su obiettivi di inclusione e di facilitazione comunicativa. Questo significa che dovranno restare in aula il più possibile e fare le stesse cose che fanno i loro compagni. Inutile tenere all’oscuro gli altri bambini sulla loro situazione: spiegare l’Autismo, le difficoltà e le modalità di approccio più adatte è l’unico modo per formare persone sensibili e aperte alle diversità.
Il percorso didattico semplificato meriterebbe molte parole in più. Giochi, tecnologie, video, scrittura, schemi, tabelle, mappe mentali e immagini devono essere all’ordine del giorno nel programma didattico dei bambini con Autismo. Dal punto di vista organizzativo, invece, l’importante è ricordare che il lavoro deve essere suddiviso in sequenze semplici, brevi e frequenti.
Infine, per incoraggiare un bambino con Autismo a imparare è fondamentale valorizzare il suo impegno con piccoli rinforzi, come ad esempio un complimento o un piccolo premio. Quando si ha a che fare con la formazione di qualsiasi bambino, ragazzo o adulto, anche senza sindromi particolari, non esiste un livello uguale che tutti possono o devono raggiungere. Ogni persona deve essere valutata singolarmente considerando il meglio che può raggiungere con le sue capacità.