Laboratori di educazione empatica
Come incoraggiare i bambini a esprimere le loro emozioni, e a capire quelle degli altri, attraverso i laboratori di educazione empatica.
Non è mai né troppo presto né troppo tardi per migliorare la propria capacità di comunicare le emozioni e di rispecchiarsi in quelle degli altri. Non sono pochi i Paesi europei che, fin dai primi anni dell’asilo, incoraggiano i più piccoli a sentire, interpretare, capire e comunicare ciò che sentono nelle diverse situazioni della vita. In Danimarca, ad esempio, ogni settimana è prevista la «Klassen tid»: l’ora settimanale di sviluppo dell’empatia.
«I bambini hanno diritto di sviluppare l’empatia» Jasper Juul
Ma l’empatia si può davvero insegnare?
Si può insegnare a un bambino a sentire emozioni, così come gli si insegna ad allacciarsi le scarpe, leggere l’orologio, scrivere il proprio nome, disegnare? Molto probabilmente no, l’empatia non può essere trasmessa come si può trasmettere una regola matematica, ma può essere coltivata e sviluppata.
Mentre un compito può essere mostrato, svolto e corretto da un adulto più «esperto», ogni individuo ha un suo modo diverso e personale di intendere l’empatia, che cambia nelle diverse fasi della vita, sia verso se stesso sia verso gli altri. La capacità di percepire le proprie emozioni e di tradurre quelle degli altri, anche quando non vengono espresse attraverso le parole, si sviluppa man mano che il bambino cresce.
Per sviluppare in un bambino la sua individuale capacità di comprendere e di comunicare ciò che sente, non si può far altro che aiutarlo a scoprire ciò che lo emoziona. In questo articolo, proponiamo 3 laboratori pensati per i bambini dell’asilo (dai 3 ai 6 anni), ma ogni singolo percorso può essere affrontato a qualsiasi età, e anche dagli adulti, ottenendo risultati diversi.
Laboratorio 1
Scoprire le proprie emozioni
Come si emozionano i bambini? Ognuno ha un suo modo personale di reagire agli stimoli esterni, di conseguenza l’unica regola di questo laboratorio è sperimentare tutto: musica, film, fotografie, giochi motori, opere d’arte, paesaggi, disegni. Giorno dopo giorno, partendo e continuando con gradualità, diamo la possibilità ai più piccoli di provare più esperienze possibili. Alla fine di ogni nuovo «esperimento», possiamo chiedere loro, uno alla volta, di rivivere, di «rielaborare» e di trasmettere agli altri ciò che hanno provato attraverso disegni, suoni, movimenti del corpo o qualsiasi altro metodo d’espressione. La libertà è essenziale in questa fase.
Laboratorio 2
Percepire le emozioni degli altri
In un secondo momento, possiamo iniziare a chiedere ai bambini di comprendere le emozioni degli altri basandosi sul proprio bagaglio di competenze empatiche precedentemente sviluppate. Questo laboratorio prevede il classico gioco del mimo, ma contestualizzato nel tema delle emozioni: la maestra o l’assistente suggeriranno a un bambino a turno un’emozione da mimare. Il bambino dovrà trovare il modo giusto per esprimere, attraverso la mimica facciale e corporea, l’emozione suggerita mentre gli altri dovranno scoprire e urlare il nome dell’emozione.
Laboratorio 3
Emozionarsi insieme agli altri
Questo laboratorio prevede la divisione dei bambini in 2 gruppi e la collaborazione di ogni componente con gli altri. Anche in questo caso le azioni si svolgono a turno: mentre un gruppo avrà il compito di emozionare, l’altro dovrà ascoltarsi e percepire se stesso e gli altri. Possiamo ricreare l’attività nel classico angolo del teatrino e chiedere a un gruppo di inscenare un piccolo spettacolo (sotto la guida precisa delle maestre e delle assistenti). Ogni bambino del «pubblico», alla fine dello spettacolo, dovrà invece comunicare come si è sentito (felice, triste, arrabbiato, annoiato) e come pensa che si siano sentiti gli altri che guardavano la scena insieme a lui.